In Italia è molto diffusa questa retorica del “è sempre colpa di altri” quando le cose non vanno come dovrebbero, alcune volte sono le persone che ci circondano o il posto in cui viviamo, altre volte sono i nostri politici, e nei casi più disperati ricorriamo anche a oscuri manovratori dei mercati del genere Soros. Non nego che in Italia sia più difficile proporre e realizzare qualcosa che sia fuori dagli standard, però oggi voglio raccontarvi una storia per dimostrarvi che alcune volte invece occorre solo buona volontà.

Succede che a Canosa di Puglia, mia città natale, la scorsa primavera il liceo scientifico “Enrico Fermi” riesce ad organizzare un corso di scrittura creativa della durata di 30 ore accedendo a fondi PON1. Succede che alcuni studenti del liceo si iscrivono a questo corso perché è un corso utile ad accumulare crediti formativi. E succede invece che le cose vanno in tutt’altra maniera e il corso si chiude con 25 racconti brevi che saranno contenuti in una raccolta pubblicata prossimamente nella collana Policromia di Pubme. Questa storia ha inizio quando gli insegnanti del corso, due professori del liceo, la Prof.ssa Nunzia Lansisera e il Prof. Donato Bologna, e un ex studente, Alfonso Pistilli (lavora in tutt’altro ambito, ma trova il tempo per dedicarsi alla scrittura e ha già pubblicato il suo primo romanzo nel 20182) decidono che chi frequenta il corso avrà un ruolo attivo e non sarà semplicemente seduto ad ascoltarli parlare. Così creano un vero e proprio laboratorio dove da un lato ci sono i professori che forniscono gli elementi teorici di scrittura, mentre dall’altro lato c’è Alfonso che si sporca le mani sin da subito chiedendo agli studenti di cimentarsi con la scrittura di un racconto breve già durante le prime lezioni. Ho avuto il piacere di passare qualche ora con loro per farmi raccontare questa esperienza e mi hanno subito contagiata con il loro entusiasmo. Gli studenti mi hanno raccontato che nessuno di loro aveva mai pensato di vedere un giorno un proprio racconto pubblicato e che il processo creativo non è stato sempre lineare o di successo per tutti, alcuni di loro sono partiti da un’idea che hanno stravolto in seguito, altri non sono arrivati neanche alla stesura finale di un racconto, altri invece ne hanno scritti più di uno. Tutti i mezzi sono stati usati, le lezioni non si esaurivano in aula, ma continuavano sulle chat di whatsapp per correggere le bozze o dare indicazioni sulla scrittura. Mi ha stupito la sinergia instaurata tra insegnanti e studenti al punto da poter descrivere gli insegnanti come dei veri coach, utilissimi soprattutto nei momenti di stanchezza che capitano a tutti, a prescindere dal lavoro che si fa.

Ho avuto la possibilità di leggere in anteprima alcuni racconti che saranno presenti nella raccolta e ho trovato diversi temi affrontati con stili diversi, evidenziando come il corso non abbia uniformato la scrittura dei ragazzi, ma abbia permesso ad ognuno di tirare fuori la propria voce. In “Boati al Fronte” di Mariangelangela Matarrese la protagonista si ritrova ad ascoltare i ricordi di guerra degli ospiti di una casa di riposo dove fa volontariato, ricordi che dimostrano come la guerra non finisce quando si torna a casa, ma diventa l’incubo quotidiano dei veterani. “Un Aquilone Volato Via” di Sara di Nunno è invece un racconto perfetto per questi giorni festivi, c’è una valigia magica che può contenere stelle che alla fine del racconto darà il nome ad una costellazione. In “Requiem per Bobby” di Flavia Mazzarella l’atmosfera si fa più seria e si affrontano temi importanti come la morte. In “Virtus e Letizia” un insegnante fa i conti con una vecchia studentessa e ricordi che probabilmente ha voluto completamente rimuovere. Questi racconti fanno quello che dovrebbe fare un racconto: farci spiare attraverso una tenda socchiusa brevi momenti della vita dei protagonisti, momenti che mostrano debolezze, dubbi interiori e difficoltà. I protagonisti di questi racconti entrano in scena e ci mostrano una parte della loro vita senza filtri ponendo domande anche a noi lettori, senza la pretesa di suggerirci risposte, ma lasciandoci nel disagio che ogni interrogativo porta con sé.
Questo corso di scrittura è un esempio di come sopravvalutiamo sempre il potere che i fattori esterni hanno su di noi e sottovalutiamo le nostre capacità. Mi ha fatto molto piacere venire a conoscenza di questa iniziativa e credo che, in un periodo come questo di grandi cambiamenti, invece che fermarci e farci spaventare dall’ignoto, l’unica cosa da fare è: chiudere i social media e TV, rimboccarsi le maniche, trovarsi con persone con gli stessi interessi e fare. E ai ragazzi e agli insegnanti di questa storia faccio i complimenti per i risultati ottenuti, nella speranza di poter recensire altre raccolte prodotte in altri corsi di scrittura creativa.
- Il Programma Operativo Nazionale (PON) è un piano di interventi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, finanziato da Fondi Strutturali Europei che offre alle scuole l’opportunità di accedere a risorse aggiuntive e utilizzabili per progetti di formazione innovativa ma anche per l’edilizia scolastica.
- Alfonso Pistilli, “L’Ultimo Sorriso”, Ed Policromia, 2018