I Sillabari di Goffredo Parise. Tra poesia e prosa

Di Barbara Mannucci

Esiste un confine tra poesia e prosa e tra l’una e l’altra c’è una linea sottile su cui mi è sembrato di camminare, in perfetto equilibrio, quando ho letto i Sillabari.

Nell’Avvertenza, che precede la raccolta edita da Adelphi, Goffredo Parise definisce «poesie in prosa» i suoi racconti, brevi componimenti che descrivono i sentimenti umani ordinati dalla A alla Z. Pare che la perfezione del mezzo stilistico abbia subito un calo di tensione attorno alla lettera S, calo che l’autore giustifica così:

Ma alla lettera S, nonostante i programmi, la poesia mi ha abbandonato. E a questa lettera ho dovuto fermarmi. La poesia va e viene, vive e muore quando vuole lei, non quando vogliamo noi e non ha discendenti. Mi dispiace ma è così. Un poco come la vita, soprattutto come l’amore.

In queste poche righe, che introducono l’opera, già si esprime un aspetto importante dell’autore. Il senso di labilità e fatalità che ritroverò spesso nei personaggi sotto cui egli stesso si nasconde.

Goffredo Parise ritratto da Giosetta Fioroni
Goffredo Parise ritratto da Giosetta Fioroni

Della poesia, la sua scrittura, ha la perfezione dei particolari così capaci, in poche parole, di dare un’identità al personaggio o al momento. Mi vengono in mente il collo gonfio e le caviglie sottili, in Amore, per esprimere solidità e fragilità nello stesso uomo, le scarpette in vernice nera che esprimono la passione di lei, nel senso di inquietudine ma anche di passione per la danza. L’antipatia, che nel racconto omonimo viene annunciata dal suono del telefono che sembra cambiare tono e lunghezza dello squillo per annunciare una sensazione che con la prosa del racconto verrà raccontata per esteso.

Eppure non è nelle parole che si nasconde la poesia ma nella fessura tra di esse, nello spazio che le contiene circola un significato che arriva al lettore come un vento inquieto. Spesso Parise ne fa ricorso esplicitamente. In Noia per esempio:

Come dire: «avrei potuto e potrei fare di più con le donne e con la vita». Era un dirlo senza dirlo, più agli altri che a se stesso” o in Affetto “La moglie […] non aveva capito tutto ciò che lui aveva capito e che avrebbe voluto spiegare ma non a parole, lo aveva però «sentito» fin dal primo giorno in cui il marito dormì in un’altra stanza.

Del racconto ha tutto il resto, l’attenzione ai particolari dell’ambientazione, gli incipit quasi tutti con l’intonazione delle grandi favole: «Una sera d’estate in un palazzo romano», in Eleganza, o «un giorno uno studente passò davanti alla porta di un grande albergo di montagna», in Odio. Incipit che immergono il lettore in una atmosfera da fiaba, salvo poi sorprenderlo con la forza incisiva dei particolari. Il risultato è uno stile di comunicazione breve ed evocativo come un disegno su carboncino.

Del resto Goffredo Parise amava l’arte e, prima di consacrarsi scrittore, aveva tentato la strada della pittura come mezzo espressivo, pare con circa otto opere di cui non parlerà mai, salvo abbandonarla in occasione di una visita alla biennale di Venezia, città che riconobbe come natale della sua identità culturale. Come ricorderà in seguito:

Nel ’48 andai a Venezia a vedere la prima Biennale che si teneva dopo la guerra. Era davvero formidabile; nelle sale era rappresentato, con dovizia di scelta, il meglio del meglio dell’arte moderna, da Gauguin a Cezanne, da Modigliani a Picasso, da Chagall a Paul Klee. Fui folgorato e realisticamente dismisi le mie modeste ambizioni.

Questa passione per le immagini, e per le emozioni che suscitano, è quello che riesce in Parise, più che in altri autori secondo me, a sintetizzare il ruolo del racconto e il suo pregio nei confronti di altre forme di scrittura. Una modalità che meglio di altre può arrivare al cuore dell’emozione senza disperdersi o saturarsi attraverso gli intrecci della trama di un romanzo.


Barbara Mannucci ha pubblicato Il mezzo era quello giusto sul numero VI di Tre racconti. Per leggerlo puoi sfogliare la rivista sul sito oppure scaricare il formato Pdf.

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